4 OTTOBRE

SAN FRANCESCO D’ASSISI

 

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“…e se ne volò felicemente a Dio”

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RIFLESSIONI: riscopriamo il VANGELO con FRANCESCO

 La scoperta che cambia radicalmente la vita di Francesco è il Vangelo.

S.Francesco


Ne aveva sentito parlare, lo aveva ascoltato. Ora il seme della parola comincia a germinare nel suo cuore.

Era una mattina di febbraio 1208, quando Francesco a 26 anni, nella chiesa della Porziuncola ascolta queste parole: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date….”

Ascoltare, capire, mettere in pratica: è un tutt’uno per Francesco. Butta il bastone e indossa una tunica, con una corda ai fianchi, si mette in cammino, non più a vendere stoffe, ma ad annunziare il messaggio e la proposta di Gesù Cristo “questo voglio, questo chiedo, questo bramo di fare con tutto il cuore”

Insieme ai primi compagni, vanno in una chiesa della città e facendo aprire il vangelo da un prete, ascoltano queste parole “se vuoi essere perfetto, va, vendi….” “Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso…” “Non prendete niente per il viaggio…”

Da quel momento la norma di vita di Francesco e dei compagni, il punto di riferimento è il vangelo. Ciò che è scritto nel vangelo è quello che essi devono compiere.

  • Il Vangelo diventa il programma per lui e per i suoi compagni. Il vangelo non è il libro solo dei monaci o degli eremiti, ma è per tutti. A tutti suggerisce un identico percorso da compiere per raggiungere quello stato di pace e di beatitudine a cui tutti alla fine anelano.

  • Il Vangelo sarà sempre per Francesco il suo punto di riferimento per tutta la vita.

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O regina sapienza, il Signore ti salvi con tua sorella, la pura e santa semplicità. 

Signora santa povertà, il Signore ti salvi con tua sorella, la santa umiltà. 

Signora santa carità, il Signore ti salvi con tua sorella, la santa obbedienza.   

Santissime virtù tutte, il Signore vi salvi, dal quale procedete e venite.

TRIDUO in preparazione alla Festa:

PRIMO GIORNO

25 In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. 26 Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27 Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.

28 Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

PREGHIAMO:

  • San Francesco, insegnaci a non tralasciare mai la preghiera, alimento spirituale della nostra anima.

  • Prega per noi il Signore perché ci illumini sulle scelte della nostra vita; e tu aiutaci a imitare la tua prontezza ed il tuo entusiasmo nell’adempiere la sua santa volontà.

  • Con la tua santa umiltà insegnaci a non esaltarci né di fronte agli uomini, né di fronte a Dio, ma a dare sempre e solo a Lui onore e gloria per quanto opera anche per mezzo di noi, sue creature.

SAN FRANCESCO, PREGA PER NOI. (Padre, Ave e Gloria)

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SECONDO GIORNO:

Un tale gli si avvicinò e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?”. Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ed egli chiese: “Quali?”. Gesù rispose: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso”. Il giovane gli disse: “Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?”. Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi.

Dagli scritti di San Francesco d’Assisi

Dice il Signore nel Vangelo: “Chi non rinuncerà a tutto ciò che possiede, non può essere mio discepolo”; e “Chi vorrà salvare la propria vita , la perderà”. Abbandona tutto ciò che possiede e perde il suo corpo quell’uomo che si affida completamente alle mani del suo superiore per l’obbedienza; e qualunque cosa fa e dice, che egli sappia che non è contro la volontà del superiore, purché quel che fa sia bene, questa è vera obbedienza. E se a volte il suddito vede cose migliori e per la sua anima più utili che quelle comandategli dal superiore, offra volontariamente a Dio le sue, e si sforzi di mettere in atto con l’opera quelle del superiore. Infatti, questa è obbedienza caritatevole, poiché dà soddisfazione a Dio e al prossimo. Se poi il superiore comandasse qualche cosa contro la coscienza del suddito, questi, benché non obbedisca, nondimeno non lo abbandoni. E se a motivo di ciò soffrisse persecuzione da parte di alcuni, egli li ami ancor più per amor di Dio. Poiché chi soffre la persecuzione piuttosto che separarsi dai suoi fratelli, rimane perfettamente nella perfetta obbedienza, perché sacrifica la sua vita per i suoi fratelli. Vi sono invero molti religiosi che, col pretesto di mirare a cose migliori di quelle comandate dal superiore, guardano indietro e tornano al fomite della propria volontà: questi sono degli omicidi, e con i loro cattivi esempi cagionano la perdita di molte anime.

PREGHIAMO:

  • San Francesco, ricordando le tue parole, “Si sale prima al cielo da un tugurio che da un palazzo”, aiutaci a ricercare la santa semplicità. 

  • Ricordaci il tuo distacco dalle cose di questo mondo nell’imitazione di Cristo e che è bene essere distaccati dalle cose della terra per essere sempre più protesi verso le realtà del cielo.

SAN FRANCESCO, PREGA PER NOI (Padre, Ave e Gloria)

SanFrancesco

TERZO GIORNO:

Dai “Fioretti” di San Francesco d’Assisi

Venendo una volta San Francesco da Perugia a Santa Maria degli Angeli, chiamò frate Leone, il quale andava un poco innanzi e gli disse: “Frate Leone, ammesso pure che i Frati minori in ogni terra diano grande esempio di santità scrivi che non consiste in ciò la perfetta letizia”. Andando più oltre lo chiamò una seconda volta: “Frate Leone, benché il Frate Minore dia la vista ai ciechi e ridistenda gli storpi e scacci i demoni, renda l’udito ai sordi, dia la loquela ai muti e risusciti i morti, scrivi che non consiste in ciò la perfetta letizia”. E andando un po’ ancora per la terza volta gridò: “Frate Leone, se il Frate Minore sapesse tutte le lingue e tutte le scienze e tutte le scritture, scrivi che non è in ciò la perfetta letizia”. Andando più oltre, per la quarta volta lo chiamò: “Frate Leone, benché il Frate Minore parli con la lingua di un angelo e conosca i movimenti delle stelle, scrivi che non è in ciò la perfetta letizia”. Durando questo modo di parlare per due miglia, frate Leone gli chiese: “Padre, in cosa consiste la perfetta letizia?”. E San Francesco rispose: “Quando saremo arrivati, bagnati per la pioggia e gelati per il freddo e infangati e deboli per la fame e picchieremo alla porta del luogo e il portinaio adirato dirà – Siete due ribaldi che andate ingannando il mondo e rubando le elemosine dei poveri. Andate via -. E non ci aprirà e ci lascerà fuori col freddo e con la fame fino a notte, se noi sapremo sopportare tanta ingiuria e tanta crudeltà con molta pazienza, senza turbarci e senza mormorare contro di lui e penseremo in umiltà che quel portinaio ci conosca veramente ed è Dio che gli suggerisce un simile trattamento, scrivi che qui è perfetta letizia. E se perseverassimo a picchiare ed egli uscirà fuori seccatissimo e ci caccerà via come gaglioffi importuni con villanie, se noi questo lo sopporteremo pazientemente e con gioia e con amore, scrivi che qui è perfetta letizia. E se noi, costretti dalla fame, dal freddo e dalla notte, seguitassimo a picchiare e pregassimo che ci apra e l’altro furibondo uscirà fuori con un bastone e ci piglierà per il cappuccio e ci getterà a terra e ci avvolgerà nella neve e ci batterà con le nodosità di quel bastone, se noi tutte queste cose sosterremo con pazienza e con allegrezza pensando alle sofferenze di Cristo scrivi che questa è perfetta letizia. Su tutte le grazie e i doni dello Spirito Santo che Cristo concede ai suoi amici, la maggiore è vincere se stessi e volentieri per andare da Lui, sopportare pene, ingiurie e disagi. Perché in tutti gli altri doni di Dio non ci possiamo gloriare perché non sono nostri, ma di Dio; possiamo gloriarci solo delle tribolazioni e delle afflizioni”.

PREGHIAMO:

  • San Francesco, aiutaci a superare le difficoltà con umiltà e letizia. Il tuo esempio ci esorti a saper accettare anche le opposizioni dei più vicini e dei più cari quando il Signore ci invita per una via che essi non condividono, e a saper vivere con umiltà i contrasti nell’ambiente in cui quotidianamente viviamo, ma difendendo con serena fermezza quanto ci sembra utile per il bene anzitutto di loro e nostro, per la maggior gloria di Dio.

  • San Francesco, ottienici la tua stessa serenità nelle malattie, pensando che la sofferenza è anch’essa dono da offrire al Padre, senza essere rovinata dai nostri lamenti. Seguendo il tuo esempio aiutaci a sopportare il male con “perfetta letizia” e senza far pesare sugli altri il nodtro dolore.

  • San Francesco aiutaci a saper ringraziare il Signore non solo quando ci dona la gioia, ma anche quando permette il dolore nelle malattie e nelle diverse prove della vita qui sulla terra.

SAN FRANCESCO; PREGA PER NOI. (Padre,Ave e Gloria)

FRANCESCO

CELEBRIAMO SAN FRANCESCO 

AL VIRGINIOLO e A CAMPI BISENZIO

MARTEDI’ 3 

ore 16 Adorazione Eucaristica – Rosario – Vespri del TRANSITO

ore 17 S:Messa

MERCOLEDI’ 4

ore 16 Adorazione Eucaristica  – Rosario -Vespri

ore 17 S.Messa 

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Oh, Signore, fa’ di me lo strumento della Tua Pace;  

Là, dove è l’odio che io porti l’amore.
Là, dove è l’offesa che io porti il Perdono.
Là, dove è la discordia che io porti l’unione.
Là, dove è il dubbio che io porti la Fede.

Là, dove è l’errore che io porti la Verità.
Là, dove è la disperazione che io porti la speranza.
Là, dove è la tristezza, che io porti la Gioia.
Là, dove sono le tenebre che io porti la Luce.

Oh Maestro,
fa’ ch’io non cerchi tanto d’essere consolato, ma di consolare.
Di essere compreso, ma di comprendere.
Di essere amato, ma di amare.

Poiché: è donando che si riceve,
è perdonando che si ottiene il Perdono,
ed è morendo, che si risuscita alla Vita eterna.