7 OTTOBRE

Beata Vergine Maria del Rosario

Questa memoria mariana i origine devozionale, i collega con la vittoria di Lepanto (1571), che arrestò la grande espansione dell’impero ottomano. San PioV attribuì quello storico evento alla preghiera che il popolo cristiano aveva indirizzato alla Verine nella forma del Rosario.

Madonna del Rosario

 (A mezzogiorno dell’8 maggio e della prima domenicadi ottobre, si prega Maria Regina del Rosaqrio con la “Supplica”, composta dal Beato Bàrtolo Lon

 

Supplica alla 
Regina del SS. Rosario di P
ompei

 

 
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

O Augusta Regina delle Vittorie, o Sovrana del Cielo e della Terra, al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, o Regina gloriosa del Rosario, noi devoti figli tuoi, raccolti nel tuo Tempio di Pompei, in questo giorno solenne, effondiamo gli affetti del nostro cuore e con confidenza di figli ti esprimiamo le nostre miserie.
Dal Trono di clemenza, dove siedi Regina, volgi, o Maria, il tuo sguardo pietoso su di noi, sulle nostre famiglie, sull’Italia, sull’Europa, sul mondo. Ti prenda compassione degli affanni e dei travagli che amareggiano la nostra vita. Vedi, o Madre, quanti pericoli nell’anima e nel corpo, quante calamità ed afflizioni ci costringono.
O Madre, implora per noi misericordia dal Tuo Figlio divino e vinci con la clemenza il cuore dei peccatori. Sono nostri fratelli e figli tuoi che costano sangue al dolce Gesù e contristano il tuo sensibilissimo Cuore. Mostrati a tutti quale sei, Regina di pace e di perdono.

Ave Maria

È vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.

Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l’Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore. 
Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!      

Ave Maria

Degnati benevolmente, o Maria, di esaudirci! Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle Sue grazie e delle Sue misericordie.
Tu siedi, coronata Regina, alla destra del tuo Figlio, splendente di gloria immortale su tutti i Cori degli Angeli. Tu distendi il tuo dominio per quanto sono distesi i cieli, e a te la terra e le creature tutte sono soggette. Tu sei l’onnipotente per grazia, tu dunque puoi aiutarci. Se tu non volessi aiutarci, perché figli ingrati ed immeritevoli della tua protezione, non sapremmo a chi rivolgerci. Il tuo cuore di Madre non permetterà di vedere noi, tuoi figli, perduti, Il Bambino che vediamo sulle tue ginocchia e la mistica Corona che miriamo nella tua mano, ci ispirano fiducia che saremo esauditi. E noi confidiamo pienamente in te, ci abbandoniamo come deboli figli tra le braccia della più tenera fra le madri, e, oggi stesso, da te aspettiamo le sospirate grazie.

Ave Maria

Chiediamo la benedizione a Maria

Un’ultima grazia noi ora ti chiediamo, o Regina, che non puoi negarci in questo giorno solennissimo. Concedi a tutti noi l’amore tuo costante ed in modo speciale la materna benedizione. Non ci staccheremo da te finché non ci avrai benedetti. Benedici, o Maria, in questo momento, il Sommo Pontefice. Agli antichi splendori della tua Corona, ai trionfi del tuo Rosario, onde sei chiamata Regina delle Vittorie, aggiungi ancor questo, o Madre: concedi il trionfo alla Religione e la pace alla Società umana. Benedici i nostri Vescovi, i Sacerdoti e particolarmente tutti coloro che zelano l’onore del tuo Santuario. Benedici infine tutti gli associati al tuo Tempio di Pompei e quanti coltivano e promuovono la devozione al Santo Rosario.
O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo d’amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più. Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne.
E l’ultimo accento delle nostre labbra sarà il nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, o Madre nostra cara, o Rifugio dei peccatori, o Sovrana consolatrice dei mesti.
Sii ovunque benedetta, oggi e sempre, in terra ed in cielo. Amen.

Salve Regina

 Sanctuarium_Beatae_Mariae_Virginis_Pompeianum

Altra PREGHIERA A MARIA REGINA DEL S. ROSARIO

 

O Maria, Regina del Santo Rosario,
che risplendi nella gloria di Dio come Madre di Cristo e Madre nostra, 

estendi a noi, Tuoi figli, la Tua materna protezione.

 

Ti contempliamo nel silenzio della Tua vita nascosta, 

in attento e docile ascolto alla chiamata del Messaggero divino.
Ci avvolge di sublime tenerezza il mistero della Tua carità interiore, che genera vita e dona gioia a coloro che in Tè confidano. Ci intenerisce il Tuo cuore di Madre, pronto a seguire ovunque il Figlio Gesù fin sul Calvario, dove, tra i dolori della passione, stai ai piedi della croce con eroica volontà di redenzione. 

 

Nel trionfo della Risurrezione, 

la Tua presenza infonde gioioso coraggio a tutti i credenti, 

chiamati ad essere testimonianza di comunione, un cuor solo e un’anima sola.
Ora, nella beatitudine di Dio, quale sposa dello Spirito, Madre e Regina della Chiesa, colmi di gioia il cuore dei santi e, attraverso i secoli, sei conforto e difesa nei pericoli.

 

O Maria, Regina del Santo Rosario,
guidaci nella contemplazione dei misteri del Tuo Figlio Gesù, perché anche noi, seguendo insieme con Tè il cammino di Cristo, diventiamo capaci di vivere con piena disponibilità gli eventi della nostra salvezza. Benedici le famiglie; dona ad esse la gioia di un amore indefettibile, aperto al dono della vita; proteggi i giovani.

 

Da’ serena speranza a chi vive nella vecchiaia o soccombe nel dolore. Aiutaci ad aprirci alla luce divina e con Tè leggere i segni della sua presenza, per conformarci sempre più al Figlio Tuo, Gesù, e contemplare in eterno, ormai trasfigurati, il Suo volto nel Regno di pace infinita. Amen

 

† Alberto Maria Careggio, Vescovo

PER APPROFONDIRE,

riportiamo un’omelia del Card.Re tenuta a Pompei nel 2010:

 

Il Rosario, una preghiera facile e bella

In questo mese di ottobre, mese dedicato al Rosario, è una grande gioia per me essere qui, pellegrino fra i pellegrini, davanti a questo splendido santuario, voluto dal beato Bartolo Longo come santuario del Rosario e che ora è diventato un centro internazionale del Rosario.
Al termine di questa celebrazione eucaristica, eleveremo insieme la tradizionale Supplica, una corale preghiera alla Madonna per invocare la sua materna protezione e per presentare a Dio, mediante la Beata Vergine Maria, i desideri profondi del nostro cuore e per trovare la forza necessaria per adempiere i nostri doveri e le nostre responsabilità.
La ricorrenza odierna ci invita a riflettere sul Rosario, una preghiera facile e bella che ha accompagnato generazioni e generazioni di cristiani; preghiera profondamente amata dai santi e vivamente incoraggiata dai papi. È una preghiera semplice, ma efficace e ricca di contenuti biblici e teologici.
Questa preghiera non ha perso nulla del suo valore tra i ritmi della nostra società tecnologica. Anche nel terzo millennio rimane una preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di spiritualità. Se è vero che, tra le preghiere, il primo posto va alla Liturgia, fonte e culmine della vita ecclesiale, non è meno vero che, tra le devozioni del popolo di Dio, al Rosario spetta un posto d’onore.
Esso è «catena dolce che ci rannoda a Dio», secondo la bella espressione del beato Bartolo Longo, «vincolo di amore che ci unisce agli angeli», «torre di salvezza» e «porto sicuro», perché ci affida all’intercessione potente di Maria e ottiene la grazia che ci salva.
La storia del Rosario mostra che la Chiesa, nei momenti difficili, ha fatto ricorso a questa preghiera, che possiede una forza particolare, per ottenere l’aiuto di Dio mediante l’intercessione della Madonna.
È preghiera che alimenta la nostra spiritualità e ci fa crescere come cristiani, perché, mediante Maria, porta a una conoscenza più profonda dei misteri di Cristo. Il Rosario, infatti, ci guida al cuore della vita cristiana e ci aiuta a contemplare e ad approfondire il mistero di Cristo e il posto della Beata Vergine Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa.
Il Rosario, con i suoi venti misteri, esprime la fede della Chiesa senza giri di parole e senza porre falsi problemi, e aiuta ad avere fiducia in Dio e ad abbandonarsi a lui.
Apparendo a Lourdes e a Fatima, la Madonna si è presentata con il Rosario in mano e ha raccomandato la recita del Rosario.
Papa Giovanni Paolo II, che è venuto due volte a pregare presso questo santuario durante il suo pontificato, confidò che fin dagli anni giovanili la preghiera del Rosario ha avuto un posto importante nella sua vita. Nella lettera apostolica sul Rosario, in occasione dell’anno del Rosario, Rosarium Virginis Mariae (del 16 ottobre 2002), il compianto Papa afferma: «Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova. A esso ho consegnato tante preoccupazioni, in esso ho trovato sempre conforto» (n. 2).
Egli soleva dire che recitare il Rosario era «pregare con Maria e alla scuola di Maria».
E diceva ancora: «Il Rosario, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all’esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore» (Rosarium Virginis Mariae, n. 1).
Padre Pio da Pietrelcina confidò a un suo figlio spirituale che, attraverso la recita del Rosario, la Madonna non gli aveva mai negato le grazie domandate (Giovanni Bardazzi, Un discepolo di Padre Pio, Prato 2003, p. 92). E quando, negli ultimi giorni della sua vita, fu chiesto a Padre Pio: «Che cosa ci lascia in eredità?», egli rispose: «Vi lascio il Rosario».
La storia è piena di testimonianze che ci mostrano come questa preghiera ha accompagnato sia gente comune sia personaggi e artisti famosi.
Nella parte mediana del grande affresco del Giudizio universale della Cappella Sistina, dipinto da Michelangelo tra il 1536 e il 1541, spicca un particolare: uno dei risorti porge con la mano sinistra la corona del Rosario a un uomo e a una donna per aiutarli a salire in Paradiso aggrappandosi ad essa.
Con questa sobria raffigurazione pittorica, che nel capolavoro michelangiolesco è un piccolo particolare, l’artista ha espresso la convinzione che il Rosario è una preghiera importante per ottenere la salvezza eterna.
Nella casa di Alessandro Manzoni a Milano, in via del Morone n. 1, appesa in capo al letto si vede ancora oggi la sua corona: la recitava abitualmente. Nel suo romanzo I promessi sposi, Lucia, nel momento più drammatico della sua vita, tira fuori di tasca la corona e recita il Rosario (capitolo 21), e mentre lo sgrana sente spuntare e crescere nel cuore una fiducia indeterminata e una improvvisa speranza.

Alcide De Gasperi, nelle Lettere dalla prigione, scritte alla moglie quando fu arrestato dai fascisti, dice che gli fu di sostegno spirituale la preghiera del Rosario, che nei primi giorni recitava «come poteva», cioè senza la corona. Poi la moglie gli inviò una corona del Rosario: lui lo recitava alla sera pensando che verso quell’ora anche la moglie e le sue bambine erano in preghiera e allora – così scriveva – «il mio spirito si inginocchia con voi».
Cristoforo Gluck, grande musico, durante i ricevimenti alla corte di Vienna, si appartava ogni giorno a recitare il Rosario.
Il beato Contardo Ferrini, professore universitario a Pavia, quando la sera aveva amici in casa, oppure era invitato da amici a cena, prima del congedo tirava fuori la sua corona e invitava gli amici a recitarlo insieme.
La pratica del Rosario in famiglia la sera era in passato molto diffusa. Oggi purtroppo si guarda la tv o una parte dei membri della famiglia è fuori casa.
Al giorno d’oggi c’è la moda di imparare tecniche yoga per rilassarsi, ripetendo in continuazione uno stesso “mantra” che aiuta a concentrarsi su sé stessi e a trovare la propria energia. Tante persone si sono dimenticate che questi “segreti” li avevano già “in tasca”. Basta prendere in mano una corona del Rosario. Essi cercano lontano ciò che, invece, possono trovare molto vicino. Cercano in moderni maestri ciò in cui i loro padri e i loro nonni erano già esperti: il Rosario.
Riscopriamo, dunque, il Rosario. Sentiamolo come angolo di contemplazione da assicurare, quasi come boccata di ossigeno, alle nostre giornate.
Facciamone un vincolo di unità per le nostre famiglie. La famiglia che prega unita, rimane unita.
Pratichiamolo come preghiera che accompagna i nostri viaggi, che si insinua tra un’occupazione quotidiana e l’altra, che occupa spazi vuoti di attesa, quasi a immettere piccoli squarci di cielo nel grigiore della routine quotidiana.
Lungi dall’essere una fuga dai problemi della propria famiglia e del mondo, il Rosario ci spinge a guardarli con occhio responsabile e sereno, e ci ottiene la forza di tornare a essi con l’aiuto di Dio. Il Rosario getta luce sul nostro cammino umano ed è la sorgente di speranza e di conforto che ci dà la forza per andare avanti.