Opera Francescana della Pietà

Proseguiamo nella testimonianza di Franco Ceni

Ed ecco correlato il fatto della mia casa con questo: il Signore ha i suoi campioni viventi sulla terra, anche se nascosti, come Demarista. Anche satana, che scimmiotta Dio, ha i suoi campioni, mimetizzati talmente bene che sono irriconoscibili, di fronte ai quali, i camaleonti sono dei dilettanti. Ecco uno dei motivi per cui Demarista sconsigliava, se non provenienti da persone fidate, di mangiare caramelle e dolci ricevuti, e diceva: “Per non offendere nessuno non rifiutate niente, mettetele in tasca e appena possibile gettatele via”.  Se qualcuno su questi fatti ha voglia di storcere il naso si accomodi, io ho capito che su questi argomenti non si scherza. Perché aveva questo discernimento? Lo spiegherò in seguito.

Demarista Parretti a1 (2)

Ma ritorniamo al mio arrivo a Campi Bisenzio. A causa di quanto ho scritto precedentemente, cominciavo a capire che Demarista era una donna particolare. Nelle varie riunioni che venivano fatte con discussioni sui problemi per l’erigenda casa di riposo, spesso le parlava Padre Pio in modo a noi visibile e molto spesso sentivamo il profumo del Padre. Mentre stavamo parlando improvvisamente cambiava atteggiamento, chiudeva gli occhi e si raccoglieva: il suo volto, sempre sereno e sorridente, diventava rosso, lei poggiava le mani sul tavolo e la sentivamo dire: “O Padre, o Padre, si Padre” e spesso dalle guance scendevano lacrime di gioia, altre volte di dolore. Una di queste volte, appena finito il colloquio col Padre, si asciugò le lacrime e disse: “Il Padre mi ha detto: -La Provvidenza non ti mancherà mai…-  Mi ha fatto vedere un assegno e mi ha detto -Conta gli zeri-” E poi rivolgendosi al presidente: “O Renzo ma ‘i che vò dire?”  E il presidente: “Ma quanti erano gli zeri?”, e lei: “Erano sei”. “E prima degli zeri che numero c’era?”.  “C’era un uno”. E lui: “Allora era un milione”. “Cosa?? Un milione?”.  Consideriamo le cifre di quegli anni. Tra i piccoli incarichi che avevo, un era quello di avere un blocchetto per le offerte che tenevo sempre in tasca: chiedevo a parenti, amici, conoscenti e le cifre che mi davano erano cento, duecento lire (se andava bene)! Quindi sentire parlare di milioni per lei era una favola.”Ma come? -qualcuno si chiederà- non sapeva che cos’era un milione?”.

E qui risalto di palo in frasca. Eravamo in Virginiolo, stavamo ristrutturando dei locali, eravamo soli e a un certo punto mi sentii dire da lei: “Senti Franchino, quando la casa di riposo sarà  finita, chi la dirigerà saranno tre o quattro persone: tu sarai uno di loro vero?”. Risposi subito: “No Demarista, per questri compiti ci vogliono competenze che a me mancano; ho fatto la quinta elementarare”. E lei, subito: “Anch’io ho fatto la terza”. “Si, ma a te il Signore ha dato doni che io non ho”. Abbassò gli occhi e rimase zitta. Dal momento che il Signore ha dato a ognuno dei doni, a me ha dato due buone mani, poiché fanno di tutto, ma non doti di dirigente.Torniamo a Campi, era logico che con la terza elementare non avesse dimestichezza con i milioni!

I primi periodi di un’impresa come questa sono i più belli perché ti ci butti dentro anima e corpo, senti tanti “ma” e “perché”, specialmente con gli esempi di Demarista che era una forza trascinante, semplice, pulita, bella fuori ma soprattutto nell’anima. Quante volte l’ho vista piangere, in silenzio (più avanti spiegherò il perché e le circostanze). Ecco una piccola chicca, almeno per me. Siamo sempre agli inizi della mia venuta a Campi: Tra le altre cose avevo il compito di allestire, con altre persone, a favore della casa francescana di riposo, una fiera di beneficienza, che si teneva annualmente nel periodo in cui venivano le giostre, a fine luglio. C’era una grande piazza in cui stanziavano per una settimana, io affittavo un garage vicino alla piazza e lì facevamo la pesca di beneficienza. Le prime sere c’era un’affluenza moderata mentre una sera in particolare, verso le 11,30 arrivarono i giostrai (così li chiamavamo) ed acquistarono molti biglietti. Io rimasi di stucco e dicevo tra me: “Ma questi sono matti!”. Era una pesce di beneficienza, che premi ci saranno mai stati? Robetta, e questi venivano a buttare i soldi lì! Ed ecco, l’ultima sera, domenica circa mezzanotte, quando i giostrai arrivarono in massa e ci dissero: “Prendiamo tutti i biglietti rimasti”. Rimasi allibito: “Va bene”, dico io. Facciamo il conto e via. Finite le consegne dei premi sugli scaffali erano rimasti una ventina di premi, tra cui un gallo in ceramica, bello a vedersi. “E quello?”, mi dice uno. “E’ tutta roba vostra”, rispondo,”ci saranno stati degli sbagli a fare i numeri”. Cominciai a passare i premi, quando presi il gallo in ceramica, tutti dissero: “Bello, bello, bello”; se non ki prende un colpo poco ci manca: era un gallo bello sì, ma tutto riattaccato; evidentemente era stato rotto e riparato. Il mio primo pensiero, e lo ricordo dopo quarantanni, fu “Addio! Ora succede un macello: quando vedranno il gallo in quelle condizioni che succederà?”. Niente di niente, lo preserò e ancora: “Bello, bello, bello”.  Ci salutarono tutti con una cordialità che non si può descrivere, inusuale, fatta da persone abituate ad una vita dura e di sacrifici come la loro. Ma scopriamo l’arcano. “Oh Plinia -dico io a una persona che collaborava con noi- me lo dici che succede? Ma hai visto? “, e lei: “Come? Non lo sai?”. “No, io non so niente”,  e lei: “Vedi Franco, Demarista aveva saputo che due giovani delle giostre volevano sposarsi, ma non avevano mezzi, e lei ha preparato loro suppellettiti per il carrozzone, il necessario per la cucina, gli abiti, le lenzuola e l’abito da sposa. Poi li ha fatti sposare nella chiesetta di San Martino, e loro -indicando i giostrai- sono venuti a dirle  un grazie riconoscente a modo loro”. Ero spesso vicino a lei e non avevo saputo niente: questo era il bello di Demarista. L’esortazione evangelica “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra” (Mt.6,3) lei la viveva con i fatti e non a chiacchiere, come comunemente succede, suonata a pieni polmoni da “tromboni”di tutte le categorie.