6 Gennaio

E P I F A N I A

epifania-mantegna

______________________________

CELEBRIAMO INSIEME:

  • a CAMPI BISENZIO

    ore 11,00 Santa Messa. Annuncio delle Feste mobili del 2018.  Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria.

    Pomeriggio: pellegrinaggio al Virginiolo

  • al VIRGINIOLO

    ore 16,00 Adorazione eucaristica. Rosario e Vespri.

    ore 17,00 Santa Messa. Benedizione dell’acqua. Annuncio delle Feste mobili del 2018. Benedizione dei bambini

    chiesa 2

“TI ADORERANNO, SIGNORE, TUTTI I POPOLI DELLA TERRA”

__________________________________________________________

LA PAROLA

Isaia 60,1-6

Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te. Poiché, ecco, la tenebra ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli; ma su di te risplende il Signore, la sua gloria appare su di te. Cammineranno le genti alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere.
Alza gli occhi intorno e guarda: tutti costoro si sono radunati, vengono a te. I tuoi figli vengono da lontano, le tue figlie sono portate in braccio.
Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti.
Uno stuolo di cammelli ti invaderà, dromedari di Màdian e di Efa, tutti verranno da Saba, portando oro e incenso e proclamando le glorie del Signore.

epifania-Masacciio

Dal Salmo 71

Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra.

sfondo-desktop-314

O Dio, affida al re il tuo diritto, al figlio di re la tua giustizia;
egli giudichi il tuo popolo secondo giustiziae i tuoi poveri secondo il diritto.

Nei suoi giorni fiorisca il giusto e abbondi la pace, finché non si spenga la luna.
E dòmini da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra.

I re di Tarsis e delle isole portino tributi,i re di Saba e di Seba offrano doni.
Tutti i re si prostrino a lui, lo servano tutte le genti.

Perché egli libererà il misero che invocae il povero che non trova aiuto.
Abbia pietà del debole e del misero e salvi la vita dei miseri.

Efesini 3,2-3a.5-6

Fratelli, penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero.  Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo.

Matteo 2,1-12

MAGI

Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”».
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo».
Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese.

________________________________________________

ANNUNZIO DEL GIORNO DELLA PASQUA

Cero-Pasqua-Montecassino-7

.

Dopo la proclamazione del Vangelo, il diacono o il sacerdote o un altro ministro idoneo può dare l’annunzio del giorno della Pasqua.

Fratelli carissimi, la gloria del Signore si è manifestata e sempre si manifesterà in mezzo a noi fino al suo ritorno.
Nei ritmi e nelle vicende del tempo ricordiamo e viviamo i misteri della salvezza.
Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto, che culminerà nella domenica di Pasqua il 1° aprile.
In ogni domenica, Pasqua della settimana, la santa Chiesa rende presente questo grande evento nel quale Cristo ha vinto il peccato e la morte.
Dalla Pasqua scaturiscono tutti i giorni santi:
Le Ceneri, inizio della Quaresima, il 14 febbraio.
L’Ascensione del Signore, il 13 maggio.
La Pentecoste, il 20 maggio.
La prima domenica di Avvento, il 2 dicembre.
Anche nelle feste della santa Madre di Dio, degli apostoli, dei santi e nella commemorazione dei fedeli defunti, la Chiesa pellegrina sulla terra proclama la Pasqua del suo Signore.

A Cristo che era, che è e che viene, Signore del tempo e della storia, lode perenne nei secoli dei secoli.
Amen.

 

_______________________________________________

IMMAGIME SPIRITUALITA'

PER APPROFONDIRE

Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
Il Signore ha manifestato in tutto il mondo la sua salvezza

La Provvidenza misericordiosa, avendo deciso di soccorrere negli ultimi tempi il mondo che andava in rovina, stabilì che la salvezza di tutti i popoli si compisse nel Cristo. Un tempo era stata promessa ad Abramo una innumerevole discendenza che sarebbe stata generata non secondo la carne, ma nella fecondità della fede: essa era stata paragonata alla moltitudine delle stelle perché il padre di tutte le genti si attendesse non una stirpe terrena, ma celeste. Entri, entri dunque nella famiglia dei patriarchi la grande massa delle genti, e i figli della promessa ricevano la benedizione come stirpe di Abramo, mentre a questa rinunziano i figli del suo sangue. Tutti i popoli, rappresentati dai tre magi, adorino il Creatore dell’universo, e Dio sia conosciuto non nella Giudea soltanto, ma in tutta la terra, perché ovunque in Israele sia grande il suo nome (cfr. Sal 75, 2). Figli carissimi, ammaestrati da questi misteri della grazia divina, celebriamo nella gioia dello spirito il giorno della nostra nascita e l’inizio della chiamata alla fede di tutte le genti. Ringraziamo Dio misericordioso che, come afferma l’Apostolo, «ci ha messo in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce. E’ lui che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto» (Col 1, 12-13). L’aveva annunziato Isaia: Il popolo dei Gentili, che sedeva nelle tenebre, vide una grande luce e su quanti abitavano nella terra tenebrosa una luce rifulse (cfr. Is 9, 1). Di essi ancora Isaia dice al Signore: Popoli che non ti conoscono ti invocheremo, e popoli che ti ignorano accorreranno a te (cfr. Is 55, 5). Abramo vide questo giorno e gioì (cfr. Gv 8, 56). Gioì quando conobbe che i figli della sua fede sarebbero stati benedetti nella sua discendenza, cioè nel Cristo, e quando intravide che per la sua fede sarebbe diventato padre di tutti i popoli. Diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto il Signore aveva promesso lo avrebbe attuato (Rm 4, 20-21). Questo giorno cantava nei salmi David dicendo: «Tutti i popoli che hai creato verranno e si prostreranno davanti a te, o Signore, per dare gloria al tuo nome» (Sal 85, 9); e ancora: «Il Signore ha manifestato la sua salvezza, agli occhi dei popoli ha rivelato la sua giustizia» (Sal 97, 2). Tutto questo, lo sappiamo, si è realizzato quando i tre magi, chiamati dai loro lontani paesi, furono condotti da una stella a conoscere e adorare il Re del cielo e della terra. Questa stella ci esorta particolarmente a imitare il servizio che essa prestò, nel senso che dobbiamo seguire, con tutte le nostre forze, la grazia che invita tutti al Cristo. In questo impegno, miei cari, dovete tutti aiutarvi l’un l’altro. Risplendete così come figli della luce nel regno di Dio, dove conducono la retta fede e le buone opere. Per il nostro Signore Gesù Cristo che con Dio Padre e con lo Spirito Santo vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen.(Disc. 3 per l’Epifania, 1-3. 5; Pl 54, 240-244).

 ___________

.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.

_____

(Commento di Padre Antonio Rungi, passionista)

Oggi la Chiesa ci fa ricordare, nella liturgia, l’arrivo dei Magi a Betlemme, giunti in questo villaggio sperduto della Palestina guidati dalla stella cometa, che li accompagna lungo tutto il loro itinerario, lungo il percorso per arrivare alla Grotta di Gesù, dove la stella si ferma ed indica il luogo preciso di questo evento unico e irripetibile della nascita dell’atteso Messia.

Sappiamo dal racconto dei Vangeli che questi saggi e sapienti d’Oriente, esperti nella decifrazione dei segnali celesti, sono condotti a Gesù per curiosità e non certamente per la fede.

Una curiosità scientifica la loro, legittimata dal desiderio di sapere cose nuove e verificarle di persona. Ebbene questo loro desiderio viene soddisfatto quando si trovano ai piedi e davanti al grande ed unico Re, Gesù Bambino e a Lui offrono, adorandolo, prostrandosi, oro incenso e mirra, i doni della regalità, che si offrivano a chi aveva un potere reale in terra. Questo arrivo dei Magi a Betlemme della Giudea è chiamato la prima epifania di Gesù Cristo, ovvero il primo atto ufficiale, al di fuori del contesto localistico, della diffusione della buona notizia della nascita del Redentore, che si manifesta a popoli e culture diverse da quelle in cui Gesù aveva scelto di nascere. E di fatto attraverso l’arrivo dei Magi e il ritorno al loro Paese d’origine la buona notizia della nascita di Cristo varca i confini della Palestina e incomincia a diffondersi, per tutta la terra, essendo Gesù l’unico vero salvatore e redentore dell’uomo.

Il testo del Vangelo di Matteo che oggi ascoltiamo nella liturgia della parola di Dio della solennità dell’Epifania, nei versetti iniziali precisa come e perché i Magi giungono a Betlemme: “Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo».

I Magi vanno verso Betlemme perché hanno visto spuntare la stella vera, quella che indica in Gesù la luce del mondo, che dirada le tenebre del male e dell’errore.

Una volta incontrato Colui che anche loro desiderato vedere e conoscere, pieni di gioia riprendono la strada del ritorno, come ci ricorda Matteo: “Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”.

La parentesi Erode, che voleva conoscere anche Lui il Signore, visto come suo rivale nel potere temporale, viene superata con l’escamotage dei Magi che, per altra strada, senza passare dal Re del posto, ritornarono a casa felici e contenti di avere incontrato il vero Re, il principe della pace e non il Re violento sanguinario che era Erode.

La prima manifestazione pubblica di Gesù al mondo è quindi una manifestazione di luce, gioia e speranza che apre i cuori, di chi è ben disposto ad accogliere il Signore, verso mete altissime di perfezione nell’amore e nella carità.

Mete raggiungibili anche mediante il legittimo desiderio ed aspirazione di ogni essere umano di conoscere il mondo e le sue leggi, mediante l’uso accorto della ragione, che rimane una delle possibili vie per arrivare alla verità. Poi c’è un’altra più importante via, che è quella della fede, simboleggiata dalla stella cometa che porta ad incontrare la verità in senso assoluto, che è Dio, venuto tra noi con le sembianze di un Bambino, in una condizione di povertà e bisogno, condizione che ci aiuta a capire il vero significato della fede, che è spogliarci di noi stessi, delle nostre presunte verità e certezze di ordine scientifico e materiale ed abbandonarsi completamente nelle mani di Dio, di un Dio Bambino. Un Dio che ci insegna ad amare la vera vita e a coltivare i veri ed autentici valori dell’esistenza umana su questa terra.

Questa prima Epifania di Gesù è un accorato appello ad aprirci alla luce della fede e della speranza, che il Salvatore del mondo viene a portare. Secoli prima di Cristo, il profeta Isaia che ne rammenta, nel brano della prima lettura, quelli che sono gli aspetti positivi della venuta del Messia, scrive: “Àlzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te”.

Dalle tante cadute spirituali, morali, interiori, sociali e di qualsiasi altra natura dobbiamo sempre e comunque rialzarci e mai perdere la fiducia e la speranza nell’aiuto di Dio e nella sua vicinanza a noi, soprattutto quando tocchiamo le tenebre del peccato, dalle quali dobbiamo sempre uscire per vivere nella grazia: “Allora guarderai e sarai raggiante, palpiterà e si dilaterà il tuo cuore, perché l’abbondanza del mare si riverserà su di te, verrà a te la ricchezza delle genti”. La prospettiva nuova che Cristo apre all’uomo, con la sua venuta tra noi, è proprio quella di una vita della grazia che ci apporta Lui. L’Apostolo Paolo, infatti, nel brano della seconda lettura di oggi, scrivendo ai cristiani di Efeso, evidenzia proprio questo aspetto della venuta di Cristo, “che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del Vangelo”.

Tale promessa non è altra la salvezza eterna alla quale sono chiamate a partecipare tutte le nazioni della terra, nessuna esclusa, in quanto Cristo è venuto a salvare tutta l’umanità e non una parte eletta o privilegiata di essa. Perciò, oggi, con la gioia profonda del nostro cuore, come credenti e ferventi cristiani di questo terzo millennio, in cui prevale la comunicazione globalizzata delle notizie e delle informazioni, vogliamo accogliere con tanta fede la manifestazione di Cristo all’umanità intera come unico Redentore e Salvatore dell’uomo, elevando al Signore questa nostra umile e sentita preghiera: O Gesù, Epifania del Padre e dello Spirito Santo, che hai rivelato al mondo, mediante l’arrivo dei Magi alla tua povera grotta, il disegno trinitario della salvezza del genere umano, fa che in questo giorno di manifestazione della tua gloria noi tutti possiamo assaporare la vera gioia che viene dalla fede di riconoscerti nostro Re. 

****  *  ****

PREGHIAMOdgpfoto 008

O, Gesù, Figlio dell’Eterno Padre, volgi lo sguardo su tutta l’infanzia, soprattutto quella più abbandonata, che oggi è presente sulla Terra, perché nessun bambino di questo nostro mondo e tempo, possa sperimentare la sofferenza e i patimenti di qualsiasi genere, sempre più presenti nelle loro fragili esistenze.

O Gesù, stella luminosa che hai guidato i Re Magi alla tua grotta, per parlare, nel silenzio, al loro cuore e alle loro menti, concedi agli uomini di cultura e di scienza la vera sapienza che viene dal cielo e l’umiltà profonda di andare alla ricerca della vera sapienza, che trova origine e approdo solo in Te, che sei la Via, la Verità e la Vita.

O Gesù, inviato del Padre, concedi a tutti i missionari del mondo il coraggio e la forza di testimoniare il tuo amore in tutto il mondo e di recare il lieto messaggio del Tuo Vangelo a tutti i popoli della Terra.  Amen.