Il cammino che il Signore ci invita a compiere
in queste prime settimane del T.O.
Dopo aver atteso e accolto Gesù, ora la Parola di queste prime domeniche del Tempo Ordinario ci aiuta a fare passi precisi per riconoscerlo, incontrarlo, cambiare la nostra vita ed annunciarlo:
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Egli è “l’Agnello di Dio” che libera e salva (II).
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Vedi: egli passa tra noi e ci chiama a stabilire un profondo rapporto con lui (III).
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Ci chiama alla “beatitudine” trovando il lui il modello e la grazia della sequela (IV)
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Camminando in lui, nella stupenda novità di vita del suo Vangelo, per grazia noi diventriamo “sale e luce” (V)
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L’accogliere il suo Vangelo, ci svela nel profondo, ci trasforma e ci mette in relazione nuova con lui e con gli altri (VI)
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La Parola di Verità mette in evidenza la salvezza che ci è stata donata e ci fa, passo passo, più umili e decisi cercatori della bellezza di essere “figli di Dio” (VII)
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Seguendolo, noi siamo sempre più abbandonati e liberi: “Non preoccupatevi”..(VIII)
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In lui noi fondiamo la nostra realtà e la nostra bellezza:
egli è la nostra ancora di salvezza, la nostra roccia.
Possiamo, allora seguirlo accettando la volontà del Padre
e fare ciò che lui ha fatto (IX)
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Seguirlo significa prendere il largo, staccarci da ogni zavorra del passato e da ogni tristezza per “diventare come lui: “misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro…” (X)
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E’ questo il messaggio, la buona notizia, di cui diventeremo annunciatori: ogni creatura, ogni figlio è preso a cuore, è amato infinitamente da Dio Padre. Egli non abbandona. (XI)
15 Gennaio
II DOMENICA T.O. (II)
“Ecco l’Agnello di Dio..”
La PAROLA:
– Is. 49,3.5-6 “E’ troppo poco che tu sia mio servo (..). Io ti renderò luce delle nazioni, perché tu porti la salvezza fino all’estremità della terra”.
– Sal. 39 “Sacrificio e offerta non gradisci (…) Allora io ho detto: Ecco, io vengo per fare la tua volontà”
– 1 Cor.1,1-3 “Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore nostro Gesù Cristo”
L’Agnello-Servo del Signore (Is.53,7)); l’Agnello immolato come segno di alleanza (Gv.19,14); l’Agnello sacrificato per la remissione dei peccati (1 Sam.7,8-9). Questo è colui che Giovanni addìta. E’ Gesù. Egli è colui che prende su di sé il carico del peccato del mondo. Il peccato ha la sua sintesi nel “vivere per sé”. E la solitudine che ne consegue è la causa dell’inimicizia, dell’avversità ingiusta e assurda dell’uomo con l’uomo e con Dio e che conduce alla morte.
L’Agnello di Dio, totalmente mite e umile, fa nascere la pace prendendo su di sé l’ingiustizia e la prevaricazione.
Come farai ad incontrarlo se ti senti sempre a posto, se non hai il coraggio, guardando il tuo cuore e battendoti umilmente il petto, di riconoscerti peccatore? “E’ dal cuore dell’uomo che esce ogni malvagità” (Mc.7,21)
Un “detto” che ci fa riflettere:
“La maggior parte della nostra vita continua ad essere solo un abito col quale nascondiamo la nostra nudità in occasione delle feste” (D.Hammarskjold)