20 AGOSTO
XX DOMENICA TEMPO ORDINARIO
“E’ meglio essere cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo” (Sant’Ignazio di Antiochia)
“Voi siete il sale della terra..”
“Se non sarete pronti alle prove, invano io vi ho scelti..”
“O Padre, che nell’accondiscendenza del tuo Figlio mite e umile di cuore, hai compiuto il disegno universale di salvezza, rivestici dei suoi sentimenti, perché rendiamo continua testimonianza con le parole e con le opere al tuo amore eterno e fedele”
LA PAROLA
Isaia 56, 1.6-7
Condurrò gli stranieri sul mio monte santo.
Così dice il Signore:
«Osservate il diritto e praticate la giustizia,
perché la mia salvezza sta per venire,
la mia giustizia sta per rivelarsi.
Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo
e per amare il nome del Signore,
e per essere suoi servi,
quanti si guardano dal profanare il sabato
e restano fermi nella mia alleanza,
li condurrò sul mio monte santo
e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera.
I loro olocausti e i loro sacrifici
saranno graditi sul mio altare,
perché la mia casa si chiamerà
casa di preghiera per tutti i popoli».
Dal Salmo 66
Popoli tutti, lodate il Signore.
Dio abbia pietà di noi e ci benedica,
su di noi faccia splendere il suo volto;
perché si conosca sulla terra la tua via,
la tua salvezza fra tutte le genti.
Gioiscano le nazioni e si rallegrino,
perché tu giudichi i popoli con rettitudine,
governi le nazioni sulla terra.
Ti lodino i popoli, o Dio,
ti lodino i popoli tutti.
Ci benedica Dio e lo temano
tutti i confini della terra.
Romani 11, 13-15.29-32
I doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili per Israele.
Fratelli, a voi, genti, ecco che cosa dico: come apostolo delle genti, io faccio onore al mio ministero, nella speranza di suscitare la gelosia di quelli del mio sangue e di salvarne alcuni. Se infatti il loro essere rifiutati è stata una riconciliazione del mondo, che cosa sarà la loro riammissione se non una vita dai morti?
Infatti i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!
Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia a motivo della loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti a motivo della misericordia da voi ricevuta, perché anch’essi ottengano misericordia.
Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per essere misericordioso verso tutti!
Matteo 15, 21-28
Donna, grande è la tua fede!
In quel tempo, partito di là, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananèa, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore – disse la donna –, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
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PER APPROFONDIRE E MEDITARE
LA SALVEZZA E’ UN BISOGNO UNIVERSALE e la FEDE E’ DONO UNIVERSALE.
“Il messaggio cristiano ha infranto ogni frontiera, non esiste più il privilegio della fede per un gruppo etnico. Ora tutti sono chiamati al Regno, perché tutti hanno bisogno di essere perdonati e accolti dalla misericordia di Dio (v.seconda Lettura). Questa sintesi del messaggio cristiano è preannunciata dal profeta Isaia che parla di giustizia di Dio che sta per venire per tutti, di allenza da tutti accolta, di monte santo del Signore, di tempio che sarà chiamato “casa di preghiera per tutti i popoli”. E Paolo ci fa comprendere che il fondamento di questa salvezza universale è la misericordia di Dio in Cristo Gesù. L’incontro della Cananea con Gesù assume il valore di una dimensione universale del dramma del cuore umano e il bisogno altrettanto universale di una salvezza che solo Dio può donare con la potenza della sua Parola” (Rinaldo Paganelli)
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UNA PREGHIERA UMILE NON E’ MAI RASSEGNATA ED INERTE..
Questa donna, staniera e “pagana” va contro ogni convenzione religiosa chiedendo la salvezza a Cristo che è giudeo! E’ il Regno che attecchisce anche tra i pagani (così avverrà anche con il Centurione -Mt.8,10- ). Per tre volte Gesù pare “resistere” alla sua preghiera.
Anche i discepoli si intromettono nel dialogo, ma non per intercedere, bensì per liberarsi alla svelta di lei! Chi chiede con insistenza perché non ce la fa più, perché la vita è troppo dura ecc..,rompe i ritmi abitudinari che ci fanno vivere in una situazione di apparente controllo della realtà…e viene a stravolgere il nostro “orto egoistico”!
Nel dialogo della Cananea con Gesù, il vigore e l’audacia della preghiera della donna, diventano tanto intensi da sostenere un “confronto” quasi alla pari con il Signore!
Fede e bisogno si intrecciano mediante il filo dell’autentica umiltà; essa dice anzitutto: “Pietà di me” (v.22) ma subito aggiunge: “Aiutami!” (v.25) La sua preghiera diventa sempre più fiduciosa nella bontà di Dio e sempre più “attiva”. Il Signore provoca la Cananea proprio perché la sua preghiera sia umile, ma anche vera e non passiva, inerte o rassegnata. Purtroppo noi, tante volte, preghiamo il Signore con un atteggiamento così…! Fossimo anche noi solo umili raccoglitori di briciole come questa donna!
Pensiamo, ad esempio, alla fede di Demarista, al suo accogliere chiunque il Signore le “mandasse”, credenti o non credenti, alla sua preghiera di intercessione per loro: l’amore forte e l’umiltà audace verso di Lui, la conduceva a sicurezza d’essere esaudita e a esser pronta a “fare la sua parte” accollandoseli…
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VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA..
Dalle «Omelie sul vangelo di Matteo» di san Giovanni Crisostomo, vescovo
«Voi siete il sale della terra» (Mt 5, 13). Vi viene affidato il ministero della parola, dice il Cristo, non per voi, ma per il mondo intero. Non vi mando a due, o dieci, o venti città o a un popolo in particolare, come al tempo dei profeti, ma vi invio alla terra, al mare, al mondo intero, a questo mondo così corrotto. Dicendo infatti: «Voi siete il sale della terra», fa capire che l’uomo è snaturato e corrotto dai peccati. Per questo esige dai suoi quelle virtù che sono maggiormente necessarie e utili per salvare gli altri. Un uomo mite, umile, misericordioso e giusto non tiene nascoste in sé simili virtù, ma fa sì che queste ottime sorgenti scaturiscano a vantaggio degli altri. E chi ha un cuore puro, amante della pace e soffre per la verità, dedica la sua vita per il bene di tutti.
Non crediate, sembra dire, di essere chiamati a piccole lotte e a compiere imprese da poco. No. Voi siete «il sale della terra». A che cosa li portò questa prerogativa? Forse a risanare ciò che era diventato marcio? No, certo. Il sale non salva ciò che è putrefatto. Gli apostoli non hanno fatto questo. Ma prima Dio rinnovava i cuori e li liberava dalla corruzione, poi li affidava agli apostoli, allora essi diventavano veramente «il sale della terra» mantenendo e conservando gli uomini nella nuova vita ricevuta dal Signore. E’ opera di Cristo liberare gli uomini dalla corruzione del peccato, ma impedire di ricadere nel precedente stato di miseria spetta alla sollecitudine e agli sforzi degli apostoli.
Vedete poi come egli mostra che essi sono migliori dei profeti. Non dice che sono maestri della sola Palestina, ma di tutto il mondo. Non stupitevi, quindi, sembra continuare Gesù, se la mia attenzione si fissa di preferenza su di voi e se vi chiamo ad affrontare difficoltà così gravi. Considerate quali e quante sono le città, i popoli e le genti a cui sto per inviarvi. Perciò voglio che non vi limitiate a essere santi per voi stessi, ma che facciate gli altri simili a voi. Senza di ciò non basterete neppure a voi stessi.
Agli altri, che sono nell’errore, sarà possibile la conversione per mezzo vostro; ma se cadrete voi, trascinerete anche gli altri nella rovina. Quanto più importanti sono gli incarichi che vi sono stati affidati, tanto maggior impegno vi occorre. Per questo Gesù afferma: «Ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini» (Mt 5, 13). Perché poi, udendo la frase: «Quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e diranno ogni sorta di male contro di voi» (Mt 5, 11), non temano di farsi avanti, sembra voler dire: Se non sarete pronti alle prove, invano io vi ho scelti. Così verranno le maledizioni a testimonianza della vostra debolezza. Se, infatti, per timore dei maltrattamenti, non mostrerete tutto quell’ardimento che vi si addice, subirete cose ben peggiori, avrete cattiva fama e sarete a tutti oggetto di scherno. Questo vuol dire essere calpestati.
Subito dopo passa ad un’altra analogia più elevata: «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5, 14). Nuovamente dice del mondo, non di un solo popolo o di venti città, ma dell’universo intero: luce intelligibile, più splendente dei raggi del sole. Parla prima del sale e poi della luce, per mostrare il vantaggio di una parola ricca di mordente e di una dottrina elevata e luminosa. «Non può restar nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio» (Mt 5, 14-15). Con queste parole li stimola ancora una volta a vigilare sulla propria condotta, ricordando loro che sono esposti agli occhi di tutti gli uomini e che si muovono dinanzi allo sguardo di tutta la terra.
Per il confronto:
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Il dono universale della salvezza, come lo vivi con gli altri? (chiusura, sospetto, oppure testimonianza e gioia nell’annuncio?)
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Sai stare con tutti e accogliere tutti quelli che in Signore ti mette sulla tua strada?
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Di fronte a fratelli “nuovi”, quale sentimento provi?
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Quali gesti compi per accogliere il Signore negli altri?
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Come ti senti quando chiedi qualcosa che ti sta a cuore?
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Abbiamo imparato a chiedere e a sentirci bisognosi gli uni degli altri, a cominciare dalla famiglia e dalla comunità?
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Se chiediamo, come chiediamo?