Ottavario dei defunti
1-8 novembre
e
DOMENICA 5 Novembre:
XXXI del Tempo Ordinario
In questi giorni dell’Ottavario, come la bella tradizione cristiana ci insegna, si recita il Rosario per i Defunti.
Se volete, accogliete gli spunti di riflessione e di preghiera per ogni giorno dell’Ottavario, che trovate qui di seguito.
Ricordiamo anche l’Indulgenza Plenaria.
Infatti, nella Chiesa cattolica l’ottavario è una serie di otto giorni dedicati a cerimonie e a preghiere prima o dopo una solennità religiosa. Nel mese di Novembre dedicato alla Commemorazione dei Defunti, sarà opportuno, più che in ogni altro tempo, aver presente un ammonimento della Bibbia: “In tutte le tue opere ricordati della tua fine e non cadrai mai nel peccato” (Siracide 7, 36). Dopo la morte vi è il giudizio, ma chi ama non teme né l’una né l’altro.
La Chiesa raccomanda l’uso delle indulgenze.
Giovanni Paolo II ha definito le indulgenze “una comprensiva tessera di autentica cattolicità”. La tradizione le ha trasmesse come bene prezioso.
Quando il sacerdote assolve il mio peccato, è Cristo, in realtà, che mi assolve. Anche se la colpa viene rimessa, cancellata, dimenticata da Dio, la conseguenza del mio peccato rimane, come una ferita: questaconseguenza si chiama “pena temporale”. Occorre curare questa ferita, con il balsamo dell’indulgenza…Questa “cura”possiamo farla durante la nostra vita e in Purgatorio, dopo la nostra morte.
Consigliarne l’uso non significa sminuire il valore della Santa Messa e dei Sacramenti, in particolare della Riconciliazione (o Confessione), né dei Sacramentali, né delle opere buone, di penitenza e di carità. Non possiamo infatti parlare di indulgenza senza una sincera conversione da parte mia. Questo evidenzia che l’indulgenza è strettamente collegata ai Sacramenti che ricevo e, spiega anche perché non posso applicarla ad altri che sono ancora in vita, ma solo a me stesso o ai defunti come suffragio.L’ indulgenza plenaria cancella la ferita lasciata dal mio peccato, cioè mi libera totalmente dalla pena temporale.
Cosa devo fare per acquistare l’indulgenza plenaria per un caro defunto?
Considerato che l’indulgenza è come uno smacchiatore per le macchie della mia anima, occorre:
– La mia intenzione di non ricadere in una situazione di peccato, anche se veniale.
– Riconciliarmi con Dio attraverso il Sacramento della Confessione.
– Ricevere la Comunione Eucaristica.
– Recitare una preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Posso recitare qualsiasi preghiera, secondo la mia devozione, oppure un Padre nostro e un’Ave Maria.
La Confessione posso farla entro 8 giorni prima e 8 giorni dopo il giorno in cui ricevo l’indulgenza, quindi con una sola Confessione sacramentale posso acquistare più indulgenze plenarie.
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Spunti di riflessione e di preghiera per
OTTAVARIO dei DEFUNTI
1 Novembre
Quelli che dormono nel cimitero furono come ora siamo noi, ma anche noi saremo come sono loro. Sappiamo che molti di loro furono chiamati improvvisamente. Non pochi morirono per incidenti vari. Qualunque sia il genere della nostra morte non va dimenticato che con essa ogni cristiano compie il suo passaggio in Cristo. Col Battesimo muore in Cristo, con la morte e la risurrezione, risusciterà con Lui.
Preghiamo:
O Dio, che sei la misericordia e il perdono, ti supplichiamo per le anime dei tuoi servi che per tuo volere hanno lasciato questo mondo; non consegnarle nelle mani del nemico, non dimenticarle nella morte, ma comanda agli Angeli santi di accoglierle e di condurle nella patria del paradiso; poichè in te hanno sperato e creduto, non soffrano le pene dell’inferno ma siano partecipi della gloria eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
2 Novembre
San Carlo Borromeo , in un quadro raffigurante la morte con la falce in mano, fece togliere la falce e fece mettere una chiavina d’oro; perché, diceva il santo, la morte chiude la porta del tempo e apre quella dell’eternità, chiude il periodo della prova e apre quello della gioia. Infati, la chiesa celebra l’anniversario della morte dei Santi come giorno del loro natale, della loro nascita al cielo. La liturgia dice: “parti, anima cristiana, da questo mondo nel nome di Dio Padre che ti ha creato; nel nome di Gesù Cristo, Figlio di Dio che ha patito per te; nel nome dello Spirito Santo che in te è stato effuso, nel nome della santa e gloriosa Vergine Maria”.
Nel Vecchio Testamento la morte appariva la maestosa giustiziera, colei che metteva fine alle cattive azioni degli empi e premiava i perseguitati. Gesù, più volte, mette in guardia gli indifferenti: “Che cosa ti giova conquistare il mondo se poi perdi l’anima?” L’insensato dice: “I miei granai sono pieni, la mia cantina è ricolma di ottimi vini, il mio gruzzolo è pingue. Cosa farò dunque? Mi rinchiuderò nei miei possedimenti e me la godrò”: “Stolto – dice Dio – questa notte morirai e le tue ricchezze a chi andranno?” Alle cinque vergini stolte che non hanno saputo vigilare, lo sposo risponde: “In verità vi dico non vi conosco, vegliate dunque perché non conoscete nè il giorno nè l’ora”.
Preghiamo:
Clementissima Vergine Maria, Madre di Dio e Madre nostra, raccomanda al tuo Figlio Santissimo le anime degli agonizzanti, perché non temano l’ora della morte, ma protetti da te possano entrare nella patria celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen
3 Novembre
Saremo giudicati
San Tommaso dice che ciascun uomo può considerarsi come persona singola e come parte della società. Perciò anche il giudizio sul suo conto deve essere duplice: uno subito dopo la morte per quello che operò come persona singola, l’altro alla fine del mondo, nel quale viene giudicato come membro della società umana. Nella Bibbia è meglio specificato il giudizio universale, però si parla assai spesso anche del giudizio particolare. Al buon ladrone Gesù risponde: “Oggi stesso sarai con me nel mio regno”. Non aspetterà alla fine del mondo per giudicarlo, lo giudicherà subito dopo la morte e subito avrà il premio. Così Lazzaro appena morto sarà portato nel seno di Abramo; il ricco Epulone sarà precipitato nell’inferno.
Gesù ha paragonato il regno dei cieli a un tesoro nascosto, per comprare il quale il buon mercante vende tutto ciò che ha. Quest’uomo non guarda a sacrifici, perchè sa che avrà una grandissima ricompensa quando sarà in possesso del tesoro nascosto. Questo tesoro è la vita eterna e l’uomo saggio osa tutto, rinunzia a tutto pur di conquistarla.
Preghiamo:
A te ci rivolgiamo, San Giuseppe, patrono degli agonizzanti, che nella tua morte fosti assistito da Gesù e Maria, perché tu ci assista nell’ultima lotta e con il tuo aiuto possiamo conseguire la vita eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
4 Novembre
Timore di Dio
Perchè la nostra fiducia in Dio porti frutti di bene, deve essere sostenuta da un santo timore di Dio. Tutti gli Ebrei usciti dall’Egitto passarono il Mar Rosso a piedi asciutti, furono guidati di giorno, da una colonna di nubi e di notte da una colonna di fuoco. Tutti furono nutriti dalla manna e dalle quaglie e tutti furono dissetati dall’acqua miracolosa scaturita dalla roccia e, grazie a Dio, entrarono nella terra promessa. Invece Cafarnao, Corazin e Betsaida udirono le parole di Gesù e videro i suoi miracoli, ammirarono Gesù, tanto da volerlo fare re, eppure non fecero fruttificare ciò che videro e ciò che udirono. Al giudizio universale – dice Gesù – saranno trattati con più severità di Sodoma e Gomorra, perchè non hanno avuto rispetto della presenza di Dio.
Nella Bibbia spesso è messa in luce la necessità del giudizio. La ragione e la fede esigono che le azioni più segrete, che hanno offeso Dio ed hanno nociuto al prossimo, debbono essere conosciute da tutti e condannate. Così le azioni buone, anche le più segrete, che hanno onorato Dio e giovato al prossimo devono essere lodate da tutta l’umanità. Già il profeta Isaia aveva detto che il giorno del giudizio “è contro ogni esaltato per umiliarlo, e contro tutti i cedri del Libano alti e sublimi” (2, 12-13)
Preghiamo:
O Padre, ti ringraziamo perché ci chiami alla beatitudine eterna del tuo regno. Ti preghiamo per tutti i defunti, soprattuto per coloro che sono morti “nel Signore”, affinché per i meriti di Gesù e di tutta la sua Santa Chiesa possano incontrarti e conoscerti per ciò che sei davvero: Dio e Padre d’amore infinito. Per Cristo nostro Signore. Amen.
5 Novembre
Ha vinto la morte
Il Profeta Isaia aveva preannunciato che il Messia avrebbe vinto la morte: “Eliminerà la morte per sempre; il Signore Dio asciugherà le lacrime su ogni volto” (Is 25,8). Ai Romani san Paolo dà l’ultima ragione della vittoria di Cristo sulla morte: “Ma se siamo morti con Cristo, crediamo anche che vivremo con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte, egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù. (Rm 6, 8-11).
Secondo san Paolo, il centro della religione cristiana è la risurrezione di Cristo, modello e causa della nostra risurezione. Difatti così si esprime: “Non ero presente né alla morte, né alla risurrezione di Cristo, perché in quel tempo ero nemico di Cristo e della sua dottrina, però io l’ho saputo dagli Apostoli, ai quali Gesù risorto è apparso più volte; apparve anche a cinquecento discepoli riuniti insieme, dei quali molti vivono ancora. Per ultimo è apparso anche a me. La morte e la risurrezione di Cristo non sono avvenimenti improvvisati; erano già stati profetizzati dalla Sacra Scrittura, e si sono averati come erano stati predetti”.
Preghiamo:
O Dio che sei generoso nel perdono e vuoi la salvezza degli uomini, noi supplichiamo la tua clemenza: per l’intercessione della beata Vergine Maria e dei tuoi Santi, concedi alle anime di tutti i fedeli, che hanno lasciato questo mondo, di essere partecipi della felicità eterna. Per Cristo nostro Signore. Amen.
6 Novembre
Il Purgatorio
Che succederà dopo la morte? E’ una domanda che ha assillato gli uomini di tutti i tempi, credenti e non credenti. La risposta a questa domanda è sempre difficile. Qualcuno dice spavaldamente che dopo la morte c’è il nulla, anche se avverte un malcelato dubbio: “E se poi ci fosse qualcosa?”. Il credente afferma: “Dopo la morte c’è il giudizio, il premio o il castigo”. Ma anche in lui affiora il dubbio: “E se non ci fosse nulla?”. Insomma, il pensiero dell’aldilà tormenta un po’ tutti, credenti e non. Una risposta chiara si impone per tutti, perchè realmente la convinzione dell’aldilà dà alla vita di ciascuno un orientamento molto diverso. La risposta chiara ce la dà la ragione usata bene e la fede sincera.
Tra le verità di fede troviamo anche quella del Purgatorio: verità accolta dalla genuina pietà cristiana. Già nei primi secoli della storia, la Chiesa, celebrando la Messa, pregava perché Iddio accogliesse nella gloria dei cieli i fedeli defunti. Dice Tertulliano: “Negli anniversari facciamo offerte per i defunti. Se mi domandate in forza di quali leggi facciamo ciò, vi dirò che non c’è nessuna legge scritta: è la tradizione che ne è l’autrice, la consuetudine che lo conferma, la nostra fede che lo conserva”.
7 Novembre
L’ Inferno
A Cafarnao, quando Gesù promise l’Eucaristia, i Giudei gli risposero scandalizzati: “Questo parlare è duro! Chi lo può ascoltare?” e se ne andarono via. Ma Gesù non attenuò nessuna delle sue parole, e non l’avrebbe fatto anche se gli stessi Apostoli se ne fossero andati. Lo stesso avvenne per la predicazione dell’inferno. I Giudei erano persuasi di sfuggire dal giudizio futuro perché “Avevano per padre Abramo”. Gesù rispose: “Non crediate di poter dire dentro di voi: Noi abbiamo per padre Abramo… perché già la scure è posta alla radice degli alberi: ogni albero che non dà frutto si taglia e si getta al fuoco”.
Sant’Agostino scrive: “E’ perfettamente inutile che certuni si facciano prendere da un umano sentimento di compassione per la pena eterna dei dannati e per i loro tormenti. Costoro certo non vogliono metersi contro la Sacra Scrittura, vorrebbero solo, per un certo loro sentimentalismo, addolcire e spiegare secondo un loro mite modo di vedere, tutto quello che viene detto nella Sacra Scrittura”. La voce di Gesù e quella dei Padri della Chiesa è insistente: “Non vi illudete! L’inferno esiste ed è eterno”. San Cipriano aggiunge che per i dannati “é inutile l’implorazione e inefficace lo scongiuro”.
Preghiamo:
O Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia. Amen.
8 Novembre
Il Paradiso
I Teologi dicono che il Paradiso è un luogo dove si gode ogni bene senza alcun male, o una realtà nella quale le anime dei giusti e gli angeli buoni godono in perpetuo la visione di Dio, ed in lui hanno l’appagamento completo di ogni loro desiderio.
San Paolo, contrariato dai Corinti e accusato di arroganza, è costretto a difendersi. nella difesa, dopo aver elencati i patimenti sofferti per amor di Gesù Cristo, elenca le grazie ed i favori ricevuti, fra i quali quello di essere stato rapito al Paradiso, dove ha udito e ha veduto cose che a creatura umana non è possibile ridire. Gesù rivolto al Padre dice: “Padre io voglio che dove sono io, ci siano con me pure quelli che tu mi hai donati, affinché vedano la gloria mia che tu mi hai dato, perché tu mi hai amato prima ancora della creazione del mondo”.
Durante l’ottavario, che stiamo per concludere, abbiamo meditato sulla certezza della morte e del giudizio. Dopo il giudizio verrà la sentenza, che sarà premio ai buoni e castigo eterno ai cattivi. Il pensiero che il castigo consiste in ogni male senza alcun bene, ed il premio in ogni bene senza alcun male, per tutta l’eternità, non può lasciarci indifferenti. Ogni persona saggia deve condurre la sua vita in modo da evitare il castigo e meritare il premio eterno da Dio.
Preghiamo:
Libera, o Signore, le anime di tutti i fedeli defunti da ogni pena di peccato. E con l’aiuto della tua grazia possano evitare le pene meritate e godere la beatitudine dell’eterna luce. Per Cristo nostro Signore. Amen.
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5 Novembre
XXXI DOMENICA TEMPO ORDINARIO
“Essi dicono e non fanno”
“Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi si esalterà sarà umiliato
e chi si umilierà sarà esaltato”
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O Dio, creatore e Padre di tutti, donaci la luce del tuo Spirito, perché riconoscendo in ogni uomo
la dignità dei tuoi figli, non solo a parole, ma con le opere,
ci dimostriamo discepoli dell’unico Maestro che si è fatto uomo per amore,
Gesù Cristo nostro Signore.
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LA PAROLA
Malachia 1,14-2,2.8-10
Io sono un re grande – dice il Signore degli eserciti – e il mio nome è terribile fra le nazioni. Ora a voi questo monito, o sacerdoti. Se non mi ascolterete e non vi darete premura di dare gloria al mio nome, dice il Signore degli eserciti, manderò su voi la maledizione. Voi invece avete deviato dalla retta via e siete stati d’inciampo a molti con il vostro insegnamento; avete distrutto l’alleanza di Levi, dice il Signore degli eserciti. Perciò anche io vi ho reso spregevoli e abietti davanti a tutto il popolo, perché non avete seguito le mie vie e avete usato parzialità nel vostro insegnamento. Non abbiamo forse tutti noi un solo padre? Forse non ci ha creati un unico Dio? Perché dunque agire con perfidia l’uno contro l’altro, profanando l’alleanza dei nostri padri?
Dal Salmo 130 – Custodiscimi, Signore, nella pace.
Signore, non si esalta il mio cuore né i miei occhi guardano in alto;
non vado cercando cose grandi né meraviglie più alte di me.
Io invece resto quieto e sereno: come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,
come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.
Israele attenda il Signore, da ora e per sempre.
1 Tessalonicesi 2,7-9.13
Fratelli, siamo stati amorevoli in mezzo a voi, come una madre che ha cura dei propri figli. Così, affezionati a voi, avremmo desiderato trasmettervi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
Voi ricordate infatti, fratelli, il nostro duro lavoro e la nostra fatica: lavorando notte e giorno per non essere di peso ad alcuno di voi, vi abbiamo annunciato il vangelo di Dio.
Proprio per questo anche noi rendiamo continuamente grazie a Dio perché, ricevendo la parola di Dio che noi vi abbiamo fatto udire, l’avete accolta non come parola di uomini ma, qual è veramente, come parola di Dio, che opera in voi credenti.
Matteo 23,1-12
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
«Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito.
Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo.
Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».