8 Dicembre

IMMACOLATA CONCEZIONE

della BEATA VERGINE MARIA

Immacollata Filippo Lippi

 

LA PAROLA

Genesi 3,9-15.20

[Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno».
L’uomo chiamò sua moglie Eva, perché ella fu la madre di tutti i viventi.

Dal Salmo 97

Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha compiuto meraviglie.

Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.

Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d’Israele.

Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!

 

Efesini 1,3-6.11-12

Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo, secondo il disegno d’amore della sua volontà, a lode dello splendore della sua grazia,di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,predestinati – secondo il progetto di colui che tutto opera secondo la sua volontà –a essere lode della sua gloria, noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.

 

Luca 1,26-38

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

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 annunciazione

APPROFONDIAMO e MEDITIAMO

Nel cuore dell’Avvento, mentre ci prepariamo a celebrare il Dio che è venuto tra noi e che verrà alla fine dei tempi, la Liturgia ci fa contemplare Maria l’Immacolata, colei che come nessun altro ha saputo riconoscere il Dio dell’amore e ha saputo dire sì al suo progetto di amore sull’umanità Un’umanità ferita, perché segnata dal male, come ci ha ricordato la prima lettura; dove ci colpisce il timore dell’uomo di fronte alla presenza di Dio: «Poi udirono il rumore dei passi del Signore Dio … e l’uomo, con sua moglie, si nascosedalla presenza del Signore Dio» (Gen 3,8-9).

Viene da chiedersi: che cosa ha trasformato in paura la percezione della vicinanza del Dio amore? La Scrittura ci fa capire che la causa di tuto ciò è il male. È il male, l’effetto della seduzione operata dal Maligno, l’orgogliosa affermazione di sé – il serpente tentatore aveva fatto balenare il grande sogno: «Sareste come Dio» (Gen 3,5) – che produce la rottura dell’armonia, delle relazioni positive: con Dio, con gli altri, con il creato. Lo sguardo sul mondo, sul mondo di tutti i tempi, non ci mostra forse i terribili effetti del male, di quel “mistero del male” che non cessa di turbarci e interpellarci: guerre e oppressioni, ingiustizie e violenze, egoismi e atrocità.

Eppure Dio non cessa di amare, sollecitando gli uomini a non lasciarsi ingannare dalle seduzioni del serpente che assume volti diversi. Dio interviene, non abbandona le sue creature: addirittura entra nella loro storia, si fa accanto a loro. Come? Con il suo stile, apparentemente tutt’altro che divino. E così dalla scena immensa dell’umanità malata e peccatrice siamo portati nella piccola casa di una giovane donna, in un villaggio sconosciuto, ai margini del grande impero. In quell’angolo del mondo, ad una persona umile e semplice Diomanifesta il suo progetto: «Colui che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio» (Lc1,35). Proviamo a sostare per qualche momento su questa scena dell’annuncio. Anzitutto il saluto dell’angelo. Il quale non dice a Maria: trema, prostrati, prega. Dice “rallegrati”: gioisci, sii felice, apriti alla gioia (cf. Lc. 1,28) La nostra felicità sta a cuore a Dio; non ci vuole tristi. Voglio ricordare le belle espressioni con cui si apre l’esortazione apostolica di Papa Francesco, intitolata Evangelii gaudium, : «La gioia del Vangelo – scrive il Papa – riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuotointeriore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (n. 1).L’angelo poi aggiunge: «Sei piena di grazia» (cf. Lc 1,28). Come dire: il dono diDio, il dono che è Dio, riempie la tua vita. Per questo Immacolata: la vita di Maria non lascia spazio al male e al peccato, ma solo a Dio e al suo dono.Non è così la nostra vita, perché in essa si insinua anche il male. Eppure anche nella nostra vita c’è spazio per la grazia, cioè per la presenza amorosa di Dio. Questa presenza è entrata in noi con il nostro Battesimo, entra con l’Eucarestia, con il perdono ricevuto da Dio e donato agli altri, con l’amore vissuto nella concretezza dell’esistenza quotidiana, nelle relazioni di cui è intessuta la nostra vita ordinaria. Se anche a noi Dio mandasse il suo angelo, anche noi direbbe: rallegrati, perché sei amato, amata da Dio; sei amato, amata, anche se tu non lo ami, o non lo ami abbastanza, anche se non lo ami nei tuoi fratelli, anche se ti allontani da Lui. Il tuo Dio è Colui che ama sempre per primo e ama nonostante tutto. All’annuncio dell’angelo Maria non risponde subito con un sì, ma con una domanda. Anzi, già di fronte a quel saluto, ci dice Luca, «si domandava quale senso avesse» (cf. Lc 1,29). E poi chiede: «Come è possibile? Come avverrà questo?» (Lc 1,34). Maria sta davanti a Dio con la sua dignità umana, con il suo bisogno di capire. Il suo è un sì responsabile consapevole. Anche la nostra fede ha bisogno di consapevolezza, di comprensione, di ricerca, di riflessione. Non siamo credenti perché non sapremo che cosa altro essere, o semplicemente perché lo erano nostra madre e nostro padre. Vogliamo essere – è questo un impegno che stiamo coltivando come chiesa diocesana in questi anni – cristiani dalla fede adulta, credenti pensanti, cristiani che vogliono approfondire il contenuto di quel Credo che professiamo ogni domenica.

E infine Maria pronuncia il suo “eccomi” (Lc 1,38). La sua risposta, la sua adesione al progetto di Dio non è una sottomissione remissiva o rassegnata: è unadisponibilità costruttiva, è una accettare di fare la propria parte nel grande progetto di Dio. Anche sulla nostra vita Dio ha un progetto. Dio ci ha chiamati all’esistenza, Dio vuole che l’eternità che ci sta davanti sia un’eternità con Lui, in Lui. Ma non ci trascina per forza. Ci chiede di fare la nostra parte: credendo e amando; amando Luiche è dono, sollecitudine, tenerezza; e amando Lui negli altri, nella concretezza delle relazioni, soprattutto amando i più vicini e più poveri. La nostra storia può essere con Lui ma anche lontano da Lui.

Chiediamo a Maria Immacolata che ci aiuti a dire il nostro “eccomi”, ad affermare con gioia la nostra adesione a Colui che viene come il Dio-con-noi, il Dioper-noi.

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vangelo Matteo

La solennità dell’Immacolata Concezione di Maria e la seconda domenica di Avvento quest’anno sono in rapida successione di giorni. In questo tempo che ci prepara al Natale, la Chiesa vuole presentarci Maria, la Donna che Dio ha scelto fin dall’eternità a essere Madre del Figlio Suo, Gesù. In verità l’Avvento di fatto è un tempo mariano: il tempo in cui Maria ha fatto spazio nel proprio grembo al Redentore del mondo; il tempo in cui la Vergine portò in sé l’attesa e la speranza dell’umanità.

Infatti, se Avvento significa la prima venuta storica di Gesù, Maria non solo l’ha attesa insieme al suo popolo, ma l’ha preparata e resa possibile perché è lei la Madre dell’Atteso. Se poi l’ Avvento dice la seconda e ultima venuta di Cristo quando egli porterà la liberazione e la salvezza definitiva, Maria – che è già nella gloria – anticipa quel futuro che la Chiesa aspetta. Maria è già ora quello che la Chiesa sarà, quando il suo Signore verrà.

L’Immacolata Concezione è dogma di fede, cioè verità indiscussa affermata da papa Pio IX l’8 dicembre 1854 che scrisse: “La beatissima Vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente ed in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, è stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale”.  Quattro anni dopo la Vergine apparve nella grotta di Lourdes a santa Bernadette presentandosi con le parole: “Io sono l’Immacolata Concezione”.

I testi della parola di Dio di questa solennità riconducono proprio a questo mistero di debolezza e santità dell’umanità.

La Genesi  riporta al momento della ribellione a Dio all’origine della creazione. Da parte sua l’apostolo Paolo nella sua Lettera agli agli antici abitanti di Efeso rammenta la grande dignità alla quale Dio ha elevato tutti gli uomini predestinandoli a essere santi e immacolati al suo cospetto nell’amore.

Il Vangelo di Luca riferisce con dovizia di particolari il momento dell’annunciazione. L’Arcangelo Gabriele chiamò Maria piena di Grazia e le annunciò la nascita del Redentore nel suo grembo Verginale, dopo aver dato il suo assenso a Dio che la scelse dall’eternità a essere la Madre del suo Figlio. Luca ha probabilmente conosciuto Maria di Nazareth di persona, o per lo meno ha frequentato qualcuno che l’aveva ben conosciuta bene. La tradizione vorrebbe che Luca fosse stato proprio il primo a dipingere l’immagine della Madre di Dio con in braccio suo Figlio.

 

Cari Amici

Dio non ha ancora finito di stupirsi per quello che ha operato in Maria. Dio non si stanca di contemplarla, sorpreso e incantato davanti all’opera che gli è perfettamente riuscita. Il nostro stupore gioioso davanti a Maria condivide la meraviglia stessa di Dio.

Con il suo SÌ detto a Dio Maria ha percorso il suo cammino di fede fino ai piedi della croce. A imitazione della Madre anche la nostra fede deve tradursi in opere quotidiane, in scelte coerenti, in obbedienza d’amore a Dio. E’ un SÌ faticoso da esprimere a Dio, dopo l’altrettanto faticoso NO che dobbiamo dire al peccato.

Maria è immacolata anche perché non ha mai detto di NO a Dio. La festa dell’Immacolata ricorda all’umanità che c’è un sola cosa che inquina veramente l’uomo: il NO a Dio, il peccato. Un messaggio quanto mai urgente da riproporre. Il mondo ha perso il senso del peccato. Maria è il punto di riferimento, la stella polare della nostra purezza e della nostra speranza di vivere in questo mondo più santamente e e in maniera rispondente ai disegni di Dio e alla sua divina volontà.

 Lei è il nostro modello per una vita santa. Donna tutta di Dio, Maria, è anche tutta del suo tempo e di ogni tempo. Lei è madre e sorella di coloro che sono in cammino, cercatori di senso e di verità, per trovare un approdo ultimo e definitivo alla loro sete di infinito. Per questo non dobbiamo stancarci mai di guardare a lei, di invocarla, di imitarla nelle sue virtù e nella sua sequela quotidiana di Cristo e del suo Vangelo. Lei Donna del SI’ ci faciliti l’adesione totale e fiduciosa alla Parola che, sola, è in grado di cambiare la storia e i cuori di quanti l’accolgono e la lasciano fiorire in tutta la sua bellezza e bontà.

Maria ci lascia un esempio da seguire. Se l’opera della salvezza è dono d’amore di Dio, la sua realizzazione in noi vuole anche la nostra disponibilità. Come Dio chiese a Maria la sua collaborazione per la nascita e la crescita umana di Gesù, così richiede a tutti noi il sì della fede, un sì mediante il quale ci invita a fidarci ed a affidarci al Lui. Ricordava Paolo VI: “La purezza di Maria è una purezza concepita nel primo istante, profondamente inserita nell’essere e nella storia di questa creatura eccezionale. Dobbiamo portare la nostra purezza, il nostro amore alla virtù nel cuore, dove nascono i nostri pensieri, dove veramente siamo noi stessi, nel cenacolo dei nostri pensieri. Lì dobbiamo essere amorosi di Dio, lì desiderosi di essere buoni e puri, lì cercare di filtrare le impressioni cattive, che nascono dentro e fuori di noi e cercare che lì la fiamma del proposito cristiano sia pura. E se non riusciamo da noi, ecco che il Mistero di purezza e di vittoria che abbiamo contemplato, ci mette sulle labbra ancora questa invocazione: Madonna, dacci la forza, dacci la virtù. Dacci tu ciò che ci manca. E Maria, che non è un essere a noi lontano ed estraneo, ma è nostra Mamma, meravigliosa ed infallibile Mamma, a chi la invoca darà questa forza e questa purezza”.

Lasciamoci affascinare dalla bellezza che irradia dalla Vergine Immacolata. Essa riflette una immagine pervasa dall’amore di Dio che ci rende capaci di amore, abitati dalla pienezza di vita che viene da lui ed è anticipo di vita eterna.

Continuiamo, dunque, a guardare a Maria quale segno di consolazione e di sicura speranza e impariamo da Lei questa semplice ma profonda lezione: “Più rinuncerai a ciò che è tuo, più Dio ti offrirà ciò che è suo.” Il Signore ci conceda, per intercessione della Vergine Immacolata, di andare incontro a Lui in santità e purezza di spirito.

 Immacolata Botticellib

O Padre, che nell’Immacolata Concezione della Vergine
hai preparato una degna dimora per il tuo Figlio,
e in previsione della morte di lui
l’hai preservata da ogni macchia di peccato,
concedi anche a noi, per sua intercessione,
di venire incontro a te in santità e purezza di spirito.

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Celebriamo insieme

Demarista Parretti a1 (2)

A CAMPI BISENZIO

ore 11 Santa Messa (pregando il Signore per la glorificazione di Demarista)

Segue: breve Esposizione eucaristica , Supplica e Benedizione dei bambini

 

Al VIRGINIOLO

0re 16 Adorazione eucaristica- Rosario – Vespri

ore 17 Santa Messa  (pregando il Signore per la glorificazione di Demarista)

Segue: Supplica all’Immacolata, Benedizione e consacrazione dei bambini a Maria

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