DOMENICA 18 GIUGNO

“CORPUS DOMINI”

 

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“Ecco il pane degli angeli,

pane dei pellegrini,

vero pane dei figli..”

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CELEBRAZIONI

nell’Opera Francescana della Pietà

  • A Campi Bisenzio: ore 11.00 S.Messa – Breve adorazione e benedizione eucaristica

  • al Virginiolo: ore 16.30 Adorazione eucaristica – Vespri  e S.Messa alle 17,30 – Segue PROCESSIONE del “CORPUS DOMINI

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LA PAROLA:

Deuteronomio 8,2-3.14b-16a “Ricordati di tutto il cammino..” 

Mosé parlò al popolo dicendo: 2 “Ricordati di tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti osservato o no i suoi comandi.
3 Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che neppure i tuoi padri avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore.
14 Non dimenticare il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione servile; 15 che ti ha condotto per questo deserto grande e spaventoso, luogo di serpenti velenosi e di scorpioni, terra assetata, senz’acqua; 16 che ha fatto sgorgare per te l’acqua dalla roccia durissima; che nel deserto ti ha nutrito di manna sconosciuta ai tuoi padri”.

Salmo 147

12 Glorifica il Signore, Gerusalemme,
loda, Sion, il tuo Dio.

13 Perché ha rinforzato le sbarre delle tue porte,
in mezzo a te ha benedetto i tuoi figli.

14 Egli ha messo pace nei tuoi confini
e ti sazia con fior di frumento.
15 Manda sulla terra la sua parola,
e il suo messaggio corre veloce.

19 Annunzia a Giacobbe la sua parola,
le sue leggi e i suoi decreti a Israele.
20 Così non ha fatto con nessun altro popolo,
non ha manifestato ad altri i suoi precetti.

 

1 Corinzi 10,16-17 “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo”


Fratelli, 16 il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo?
17 Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane.

Corpus Domini Eucaristia

Giovanni 6,51-58 “Chi mangia questo pane vivrà in eterno..”


In quel tempo, Gesù disse alle folle dei Giudei: 51 “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.52 Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può costui darci la sua carne da mangiare?”. 53 Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. 54 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno.55 Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. 57 Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. 58 Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.

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SINDONEbenedizione eucaristicacostadojesus

“E’ PIU’ FACILE CHE IL MONDO VIVA SENZA SOLE,

PIUTTOSTO CHE VIVA SENZA LA MESSA” (San Pio da Pietrelcina)

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PER APPROFONDIRE:

Dal CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA:

L’Eucaristia – fonte e culmine della vita ecclesiale

1324 L’Eucaristia è « fonte e culmine di tutta la vita cristiana ». 144 « Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucaristia e ad essa sono ordinati. Infatti, nella santissima Eucaristia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pasqua ». 145

1325 « La comunione della vita divina e l’unità del popolo di Dio, su cui si fonda la Chiesa, sono adeguatamente espresse e mirabilmente prodotte dall’Eucaristia. In essa abbiamo il culmine sia dell’azione con cui Dio santifica il mondo in Cristo, sia del culto che gli uomini rendono a Cristo e per lui al Padre nello Spirito Santo ». 146

1326 Infine, mediante la celebrazione eucaristica, ci uniamo già alla liturgia del cielo e anticipiamo la vita eterna, quando Dio sarà « tutto in tutti » (1 Cor 15,28).

1327 In breve, l’Eucaristia è il compendio e la somma della nostra fede: « Il nostro modo di pensare è conforme all’Eucaristia, e l’Eucaristia, a sua volta, si accorda con il nostro modo di pensare ».

La Messa lungo i secoli.

1345 Fin dal secondo secolo, abbiamo la testimonianza di san Giustino martire riguardo alle linee fondamentali dello svolgimento della celebrazione eucaristica. Esse sono rimaste invariate fino ai nostri giorni in tutte le grandi famiglie liturgiche. Ecco ciò che egli scrive, verso il 155, per spiegare all’imperatore pagano Antonino Pio (138-161) ciò che fanno i cristiani:

« Nel giorno chiamato del sole ci si raduna tutti insieme, abitanti delle città o delle campagne.
Si leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei profeti, finché il tempo consente.
Poi quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi.
Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere » 173 « sia per noi stessi […] sia per tutti gli altri, dovunque si trovino, affinché, appresa la verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza eterna.
Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio.
Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d’acqua e di vino temperato.
Egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell’universo nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie (in greco: ,ÛP”D4FJ\”), per essere stati fatti degni da lui di questi doni.
Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: Amen.
Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l’acqua “eucaristizzati” (,LP”D4FJ02X<J@H) e ne portano agli assenti ». 174


1351 Fin dai primi tempi, i cristiani, insieme con il pane e con il vino per l’Eucaristia, presentano i loro doni perché siano condivisi con coloro che si trovano in necessità. Questa consuetudine della colletta, 180 sempre attuale, trae ispirazione dall’esempio di Cristo che si è fatto povero per arricchire noi: 181

« I facoltosi e quelli che lo desiderano, danno liberamente ciascuno quello che vuole, e ciò che si raccoglie viene depositato presso il preposto. Questi soccorre gli orfani, le vedove, e chi è indigente per malattia o per qualche altra causa; e i carcerati e gli stranieri che si trovano presso di noi: insomma, si prende cura di chiunque sia nel bisogno ». 182

 

1372 Sant’Agostino ha mirabilmente riassunto questa dottrina che ci sollecita ad una partecipazione sempre più piena al sacrificio del nostro Redentore che celebriamo nell’Eucaristia:

« Tutta quanta la città redenta, cioè l’assemblea e la società dei santi, offre un sacrificio universale […] a Dio per opera di quel Sommo Sacerdote che nella passione ha offerto anche se stesso per noi, assumendo la forma di servo, e costituendoci come corpo di un Capo tanto importante. […] Questo è il sacrificio dei cristiani: “Pur essendo molti, siamo un solo corpo in Cristo” (Rm 12,5); e la Chiesa lo rinnova continuamente nel sacramento dell’altare, noto ai fedeli, dove si vede che, in ciò che offre, offre anche se stessa ». 197

È per la conversione del pane e del vino nel suo Corpo e nel suo Sangue che Cristo diviene presente in questo sacramento. I Padri della Chiesa hanno sempre espresso con fermezza la fede della Chiesa nell’efficacia della parola di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo per operare questa conversione. San Giovanni Crisostomo, ad esempio, afferma:

« Non è l’uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue di Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso per noi. Il sacerdote, figura di Cristo, pronunzia quelle parole, ma la virtù e la grazia sono di Dio. Questo è il mio Corpo, dice. Questa parola trasforma le cose offerte ». 204

E sant’Ambrogio, parlando della conversione eucaristica, dice:

Dobbiamo essere convinti che « non si tratta dell’elemento formato dalla natura, ma della sostanza prodotta dalla formula della consacrazione, ed è maggiore l’efficacia della consacrazione di quella della natura, perché, per l’effetto della consacrazione, la stessa natura viene trasformata ». 205 « La parola di Cristo, che poté creare dal nulla ciò che non esisteva, non può trasformare in una sostanza diversa ciò che esiste? Non è minore impresa dare una nuova natura alle cose che trasformarla ». 206

1381 « Che in questo sacramento sia presente il vero Corpo e il vero Sangue di Cristo, come dice san Tommaso, “non si può apprendere coi sensi, ma con la sola fede, la quale si appoggia all’autorità di Dio. Per questo, commentando il passo di san Luca 22,19: Questo è il mio Corpo che viene dato per voi, san Cirillo dice: Non mettere in dubbio se questo sia vero, ma piuttosto accetta con fede le parole del Salvatore: perché essendo egli la verità, non mentisce” »: 212

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« Adoro te devote, latens Deitas…

Ti adoro con devozione, o Dio che ti nascondi,

che sotto queste figure veramente ti celi:

a te il mio cuore si sottomette interamente,

poiché, nel contemplarti, viene meno.

La vista, il tatto e il gusto si ingannano a tuo riguardo,

soltanto alla parola si crede con sicurezza.

Credo tutto ciò che disse il Figlio di Dio:

nulla è più vero della sua parola di verità ». 213

I frutti della Comunione

1391 La Comunione accresce la nostra unione a Cristo. Ricevere l’Eucaristia nella Comunione reca come frutto principale l’unione intima con Cristo Gesù. Il Signore infatti dice: « Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui » (Gv 6,56). La vita in Cristo ha il suo fondamento nel banchetto eucaristico: « Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me » (Gv 6,57):

« Quando, nelle feste [del Signore], i fedeli ricevono il Corpo del Figlio, essi annunziano gli uni agli altri la Buona Notizia che è stata donata la caparra della vita, come quando l’angelo disse a Maria [di Magdala]: “Cristo è risorto!”. Ecco infatti che già ora la vita e la risurrezione sono elargite a colui che riceve Cristo

L’Eucarestia fa la Chiesa

1396 L’unità del corpo mistico: l’Eucaristia fa la Chiesa. Coloro che ricevono l’Eucaristia sono uniti più strettamente a Cristo. Per ciò stesso, Cristo li unisce a tutti i fedeli in un solo corpo: la Chiesa. La Comunione rinnova, fortifica, approfondisce questa incorporazione alla Chiesa già realizzata mediante il Battesimo. Nel Battesimo siamo stati chiamati a formare un solo corpo. 233 L’Eucaristia realizza questa chiamata: « Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione con il Sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il Corpo di Cristo? Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane » (1 Cor 10,16-17):

« Se voi siete il corpo e le membra di Cristo, sulla mensa del Signore è deposto il vostro mistero, ricevete il vostro mistero. A ciò che siete rispondete: Amen, e rispondendo lo sottoscrivete. Ti si dice infatti: Il Corpo di Cristo e tu rispondi: Amen. Sii membro del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo Amen ». 234

 

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Dalla «Lettera ai Romani» – Sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire:

Sono frumento di Dio: sarò macinato dai denti delle fiere»

Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore. A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa terra. E’ meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il mio impero fino ai confini della terra. Io cerco colui che é morto per noi, voglio colui che per noi é risorto. E’ vicino il momento della mia nascita.
Abbiate compassione di me, fratelli. Non impeditemi di vivere, non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo. Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. Se qualcuno lo ha in sé, comprenda quello che io voglio e mi compatisca, pensando all’angoscia che mi opprime. Il principe di questo mondo vuole portarmi via e soffocare la mia aspirazione verso Dio. Nessuno di voi gli dia mano; state piuttosto dalla mia parte, cioè da quella di Dio. Non siate di quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non trovino posto in voi sentimenti meno buoni. Anche se vi supplicassi, quando sarà tra voi, non datemi ascolto: credete piuttosto a quanto vi scrivo ora nel pieno possesso della mia vita. Vi scrivo che desidero morire.
Ogni mio desiderio terreno é crocifisso e non c’é più in me nessun’aspirazione per le realtà materiali, ma un’acqua viva mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che é la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che é la carità incorruttibile. Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole: credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero: egli é la bocca verace per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà, sarà segno che mi avete odiato.

 

PREGHIAMO:

“Ti supplichiamo, Dio onnipotente: fa’ che questa offerta, per le mani del tuo angelo santo, sia portata sull’altare del cielo davanti alla tua maestà divina, perché su tutti noi che partecipiamo di questo altare, comunicando al santo mistero del Corpo e Sangue del tuo Figlio, scenda la pienezza di ogni grazia e benedizione del cielo ».

« O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa:

ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato ».

Nella divina liturgia di san Giovanni Crisostomo i fedeli pregano con lo stesso spirito:

« O Figlio di Dio, fammi oggi partecipe del tuo mistico convito.

Non svelerò il mistero ai tuoi nemici, e neppure ti darò il bacio di Giuda.

Ma, come il ladrone, io ti dico:

Ricordati di me, Signore, quando sarai nel tuo regno ».

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Per meglio comprendere, ecco una sintesi del Catechismo della Chiesa Cattolica sull’Eucarestia:

1406 Gesù dice: « Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno […]. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue ha la vita eterna, […] dimora in me e io in lui » (Gv 6,51.54.56).

1407 L’Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte sulla croce; mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo corpo, che è la Chiesa.

1408 La celebrazione eucaristica comporta sempre: la proclamazione della Parola di Dio, l’azione di grazie a Dio Padre per tutti i suoi benefici, soprattutto per il dono del suo Figlio, la consacrazione del pane e del vino e la partecipazione al banchetto liturgico mediante la recezione del Corpo e del Sangue del Signore. Questi elementi costituiscono un solo e medesimo atto di culto.

1409 L’Eucaristia è il memoriale della pasqua di Cristo, cioè dell’opera della salvezza compiuta per mezzo della vita, della morte e della risurrezione di Cristo, opera che viene resa presente dall’azione liturgica.

1410 È Cristo stesso, Sommo ed eterno Sacerdote della Nuova Alleanza, che, agendo attraverso il ministero dei sacerdoti, offre il sacrificio eucaristico. Ed è ancora lo stesso Cristo, realmente presente sotto le specie del pane e del vino, l’offerta del sacrificio eucaristico.

1411 Soltanto i sacerdoti validamente ordinati possono presiedere l’Eucaristia e consacrare il pane e il vino perché diventino il Corpo e il Sangue del Signore.

1412 I segni essenziali del sacramento eucaristico sono il pane di grano e il vino della vite, sui quali viene invocata la benedizione dello Spirito Santo e il sacerdote pronunzia le parole della consacrazione dette da Gesù durante l’ultima Cena: « Questo è il mio Corpo dato per voi. […] Questo è il calice del mio Sangue ».

1413 Mediante la consacrazione si opera la transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Sotto le specie consacrate del pane e del vino, Cristo stesso, vivente e glorioso, è presente in maniera vera, reale e sostanziale, il suo Corpo e Sangue con la sua anima e divinità. 252

1414 In quanto sacrificio, l’Eucaristia viene anche offerta in riparazione dei peccati dei vivi e dei defunti, e al fine di ottenere da Dio benefici spirituali o temporali.

1415 Chi vuole ricevere Cristo nella Comunione eucaristica deve essere in stato di grazia. Se uno è consapevole di aver peccato mortalmente, non deve accostarsi all’Eucaristia senza prima aver ricevuto l’assoluzione nel sacramento della Penitenza.

1416 La santa Comunione al Corpo e al Sangue di Cristo accresce in colui che si comunica l’unione con il Signore, gli rimette i peccati veniali e lo preserva dai peccati gravi. Poiché vengono rafforzati i vincoli di carità tra colui che si comunica e Cristo, ricevere questo sacramento rafforza l’unità della Chiesa, corpo mistico di Cristo.

1417 La Chiesa raccomanda vivamente ai fedeli di ricevere la santa Comunione quando partecipano alla celebrazione dell’Eucaristia; ne fa loro obbligo almeno una volta all’anno.

1418 Poiché Cristo stesso è presente nel Sacramento dell’altare, bisogna onorarlo con un culto di adorazione. La visita al Santissimo Sacramento « è prova di gratitudine, segno di amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore ». 253

1419 Poiché Cristo è passato da questo mondo al Padre, nell’Eucaristia ci dona il pegno della gloria futura presso di lui: la partecipazione al santo sacrificio ci identifica con il suo cuore, sostiene le nostre forze lungo il pellegrinaggio di questa vita, ci fa desiderare la vita eterna e già ci unisce alla Chiesa del cielo, alla beatissima Vergine e a tutti i santi.